Considerazioni di un principiante sul lancio nella pesca a mosca (Quell’ uomo mi stim
#1
Inizio raccontando l’ aneddoto di alcune settimane fa mentre ero in Bisenzio a fare un po’ di pratica.
Comincio lanciando di diritto senza allungare troppo (circa 8-10mt.) ma cercando la precisione e la posa delicata.
Provo diverse angolazioni, il finale si stende bene, la posa è buona… godo!!!
Mi sposto e provo di rovescio. La precisione peggiora molto ma riesco comunque a distendere bene senza dare frustate in acqua… si migliora.
Provo anche un po’ di lanci con gli alberi alle spalle, non ricordo il nome del lancio ma ho ben nitidi in testa i vari frame del Buzzi che l’ esegue.
Faccio roteare la coda, ancoro a destra e via…!!! Insomma... c’è da allenarsi ancora un po’, me ne vien bene solo 1 su 3!!!
Sono abbastanza soddisfatto in generale dei progressi fatti e decido di provare qualche lancio curvo che in pesca servono spesso.
Ovviamente di diritto, con il rovescio neanche ci penso. Provo la prima volta e il finale curva… godo a bestia!!! Provo la seconda volta e curva ancora… ma c’è qualcosa di strano, qualcosa che non mi convince, non è la solita curva di prima. Provo ancora... ancora diversa… continuo e non ne viene una uguale all’ altra.
Cazzo non avrò mica il finale posseduto!!! Cerco di capirci qualcosa ma è inutile, è il lancio che gestisce me e non viceversa.
In quel momento mi son reso veramente conto di quanto sia tecnico il lancio in questa pesca, di quante sfaccettature ci siano e di quanto sia ancora lunga la salita.
Anche quando iniziai a lanciare a casting ci furono delle difficoltà e se qualcuno ha mai provato a farlo con esche leggere sa bene di cosa parlo.
Facendo però un paragone ciclistico, il casting è la salita di Vaiano e il lancio con la coda di topo è il Mortirolo!!!
Credo che il bello di questa tecnica sia proprio la molteplicità delle situazioni che ci troviamo ad affrontare, sia nel lancio che nella scelta e nella presentazione delle nostre imitazioni.
Mah, un giorno forse anche io e la mia coda parleremo la stessa lingua.

Andrea
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